Susino Cosciamonaca gialla accessione di Collescipoli
Prunus domestica L.
RISCHIO DI EROSIONE: Alto
DESCRIZIONE
I frutti sono di piccole dimensioni, con un peso medio di 19 grammi. Hanno forma ellittica e sono simmetrici (in visione ventrale), mentre la sutura in prossimità del picciolo risulta essere poco profonda. In corrispondenza dell’apice sono assenti sia la tomentosità che la depressione. Il colore di fondo della buccia è verde giallastro che tende a diventare interamente giallo nei frutti pienamente maturi. La polpa presenta una colorazione che vira dal verde giallastro al giallo in base al grado di maturazione, con fermezza e succulenza medie.
I semi rappresentano il 5% del peso totale del frutto. Hanno, in visione laterale, forma ellittico stretta, in visione ventrale, forma stretta. La troncatura alla base è stretta, l’apice è ottuso, mentre lo sviluppo della carena è debole. La faccia laterale presenta una tessitura martellata. Il grado di aderenza della polpa al nocciolo è medio (semispicca).
La maturazione dei frutti avviene introno alla 2° decade del mese di luglio. La conservabilità è molto breve.
CENNI STORICI
Relativamente alla varietà non sono stati trovati riferimenti storici che ne documentino l’origine e/o la provenienza. Il nome stesso della varietà rimanda a caratteri assai generici chiaramente riferiti alla sfera antropomorfica, utilizzata in riferimento a diverse varietà anche in altri contesti regionali. Lo stesso Giorgio Gallesio osservava come, nel corso dei suoi viaggi di studio, con il nome di Coscia di Monaca gli venissero presentate di volta in volta esemplari di susina molto differenti tra loro: «essendo andato nell’orto di Scotti a Pisa, quel giardiniere mi ha presentato una susina nominata Coscia di Monaca che ho trovato eguale al nostro Buon-boccone, quando però ho esaminato con degli intelligenti la cosa ho riconosciuto che il nostro Buon-boccone riceve il nome di Santa Monaca e che quella che è detta Coscia di monaca è un’altra susina molto più grossa, longa e fatta a fiaschetto e più gialla di questa. […] la Catalana è chiamata a Pontremoli anche Coscia di Monaca […] La Simiana… pare non sia molto conosciuta ricevendo nel mercato stesso e dai contadini molti nomi quali Moscina, Coscia di Monaca…. […] Ho veduto a Pescia la bella susina procuratami l’anno scorso dalla Torregiani: ne ho veduta una pianta in un orto fuori della città, al di là del ponte; ivi è detta Coscia di Monaca…» (Gallesio G., I giornali dei viaggi, Accademia dei Georgofili, Firenze, 1995: 113, 46; 136; 142). Sempre il Gallesio notava, inoltre, che la confusione tassonomica interessava quasi sempre le medesime varietà di susina: Simiana, Catalana, Buon-boccone e Santa Monaca, vicine tra loro per caratteristiche morfologiche, organolettiche e/o per la semplice analogia del nome: «La Monaca conosciuta a Firenze sotto il nome di Santa Monaca e confusa per l’analogia del nome con la cosiddetta Coscia di Monaca, è una susina che ha la forma di un ovo sottile e allungato di buccia gialla livida sfumata di rosso piena di sugo e saporitissima. Essa non è il nostro Buon-boccone di Finale1 […] La Catalana è il Buon-boccone del Genovesato: io l’ho vista da pochi fruttaioli e pare molto rara; anche a Pisa si vede ed è portata dalla Molina e da Pugnano, ove non ha un nome ben determinato e dove alcuni la chiamano Simiana, altri Coscia di Monaca» (Gallesio G., 1995: 116- 137). In base alle caratteristiche descrittive ed alle informazioni fornite dal Gallesio, la varietà sembra avere qualche attinenza con la Damaschina d’estate: le piante «sono alte, piene, piramidali; e le loro messe, ancorché sottili, si sostengono dritte nel centro dell’albero, e solo si fanno pendole nei rami esteriori. Le gemme frequenti e vigorose le rendono fosche di un fogliame minuto ma vegeto, che lor dà una fisonomia lussureggiante. I fiori sono piccioli e bianchi, sbocciano a grappi, e allegano facilmente. Il frutto della Damaschina estiva ha le modeste forme di quella settembrina, ma è un poco più grosso, e la sua buccia, che è gialla, spicca un poco più, perché il polline bianco che la vela è più leggiero. La polpa è gialla, carnosa nella mezza maturità, e piena di un sugo grazioso, il cui sapore è particolare alle due Damaschine; ma per poco che passi diventa pastosa, e perde del suo rilievo, cosa che non succede nella settembrina. La Damaschina estiva non è così propria alla seccagione come l’autunnale, e se si secca, non conserva la morbidezza dell’altra; ma è graziosa assai a mangiarsi fresca, e dura lunghissimo tempo sull’albero, sicché con una sola pianta si può fornire la tavola giornalmente per più di un mese. Nel Genovesato, ove è coltivata in diverse località, essa continua dal Luglio al Settembre, e si attacca alla Damaschina autunnale, che va a tutto l’Ottobre. La Damaschina estiva si trova in abbondanza nel Regno di Napoli, ed è comune nei contorni di Roma, ove si coltiva sotto il nome di Zuccherina. Io l’ho cercata inutilmente nella Romagna, nella Lombardia, e nel Piemonte». [Gallesio G., Pomona italiana, Susina Damaschina estiva]. In Umbria è attestata la presenza di una varietà dal nome simile, ma con diverse caratteristiche. Si tratta della Susina Scosciamonaca che si distingue non tanto per la forma quanto per la colorazione della buccia che è di colore violaceo.
ZONA TIPICA DI PRODUZIONE
La varietà risulta essere diffusa principalmente nel comprensorio Ternano, in particolare nei Comuni di Calvi, Narni e Terni e, in minima parte, anche in quello Amerino. In questi contesti la varietà, sebbene ormai rarefatta rispetto al passato, è ancora tenuta in considerazione ed utilizzata sia per il consumo fresco sia per la preparazione di marmellate.
UTILIZZAZIONE GASTRONOMICA
Varietà da consumo fresco, tradizionalmente utilizzata anche per la preparazione di marmellate.
Testi tratti da “Schede Registro Regionale delle risorse genetiche autoctone della Regione Umbria”
biodiversita.umbria.parco3a.org/attivita/registro-regionale/elenco-delle-risorse-iscritte