Pero Monteleone
Pyrus communis L.
RISCHIO DI EROSIONE: Alto
DESCRIZIONE
I frutti, di media pezzatura (150 g), sono di forma sferoidale con leggera asimmetria in sezione longitudinale. La posizione del massimo diametro si colloca nella zona equatoriale del frutto, mentre il profilo risulta convesso. La cavità peduncolare risulta assente o molto debole, mentre quella calicina è poco profonda e stretta. Il peduncolo è lungo e di medio spessore (sebbene questo carattere vari in modo significativo tra le diverse accessioni osservate); inoltre presenta una curvatura generalmente debole o poco più pronunciata e si inserisce in posizione obliqua rispetto all’asse del frutto. I sepali alla raccolta sono divergenti ed il frutto, intorno alla cavità calicina, presenta delle leggere costolature. La buccia è liscia o lievemente ruvida. Il colore di fondo è verde giallastro e presenta un’area di sovra colore mediamente estesa con tonalità rosso arancio. La polpa, di colore bianco, ha tessitura fine, risulta dura e compatta ed è mediamente succosa. I semi hanno forma ellittica.
La fioritura avviene nella prima decade di Aprile (prima decade di Aprile per Abate Fetel). La raccolta dei frutti avviene intorno alla fine di Ottobre, inizi di Novembre (seconda decade di Settembre per Abate Fetel) ed il frutto si conserva a lungo per alcuni mesi.
CENNI STORICI
Riguardo alla possibile area di origine la si ricollega tradizionalmente al paese di Monteleone di Orvieto (TR) dal quale prende il nome. La prima citazione nota relativa alla varietà è stata ritrovata nell’opera Herbario Novo del 1585 di Castore Durante da Gualdo, dove l’autore riporta un elenco di varietà di pere tra le quali inserisce anche quelle «di montelione». In base alla ipotesi formulata dalla Dr.ssa Spedicato (autrice della scoperta), questa citazione avvalorerebbe la tesi di una origine umbra della varietà: l’opera di Castore Durante è per lo più una copia fedele dei Discorsi di Pier Andrea Matthioli (1544); nel caso in questione il Durante riporta per intero lo stesso elenco di varietà di pere del Matthioli, discostandosene in due punti, quando introduce le pere «bergamotte» e «di montelione». Dal momento che il Durante aveva origini umbre è presumibile che abbia voluto contestualizzare la sua opera legandola in qualche modo al territorio a lui noto, inserendovi le varietà che a suo dire lo caratterizzavano o vi erano maggiormente note o diffuse.
Ad oggi non sono state trovate altre citazioni, nemmeno in quegli Autori (Rossi F., Tonini S.) che agli inizi del XX° secolo, per altre varietà, hanno fornito spunti ed informazioni utili ed importanti. Tradizionalmente veniva raccolta intorno alla fine di ottobre inizio di novembre quindi i frutti ancora immaturi venivano legati in trecce e poi appesi per permetterne la maturazione. Altri metodi tradizionali di conservazione erano in fruttaio sopra la paglia o sopra l’ammasso del grano.
ZONA TIPICA DI PRODUZIONE
Questa varietà risulta presente in diversi comuni dell’Umbria, soprattutto in Provincia di Terni ed in particolar modo nel Comprensorio dell’Orvietano-Amerino. Attualmente ne sono stati individuati diversi esemplari molto antichi nei Comuni di Orvieto, Monteleone di Orvieto, Allerona, Ficulle, Castel Giorgio, Montecchio, Baschi, Guardea, Alviano, Amelia, Montecastrilli e Todi. Di certo era una varietà un tempo maggiormente diffusa e coltivata mentre oggi la presenza risulta legata per lo più ad esemplari molto vecchi, isolati e sparsi per le campagne.
UTILIZZAZIONE GASTRONOMICA
Varietà da consumo dopo cottura o dopo maturazione in post raccolta, caratterizzata da elevata conservabilità in fruttaio.
Testi tratti da “Schede Registro Regionale delle risorse genetiche autoctone della Regione Umbria”
biodiversita.umbria.parco3a.org/attivita/registro-regionale/elenco-delle-risorse-iscritte