Fico Bianchelle

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Fico Bianchelle

Fico Bianchelle

Fico Bianchelle

Ficus carica L.

RISCHIO DI EROSIONE: Alto

DESCRIZIONE
Albero di vigoria medio alta con portamento da semi eretto ad aperto. La varietà è unifera e produce solo forniti. Questi sono di forma globosa, con apice piatto ed ostiolo leggermente depresso. Sono uniformemente di piccole dimensioni (34 grammi). Il collo è assente o corto. L’ostiolo risulta di ampiezza molto grande, privo di goccia, con scaglie grandi, dello stesso colore dell’epidermide ed aderenti; è inoltre resistente alle spaccature. Il picciolo è corto e spesso e l’abscissione dal ramo avviene con facilità. La buccia, di consistenza mediamente dura, è di colore verde con sopraccolore giallo a forma irregolare. Le lenticelle sono scarse, di colore bianco e di grandi dimensioni. Di facile sbucciatura, con linee longitudinali prominenti sulla superficie del frutto e spaccature longitudinali nel complesso assai rade. La polpa è di colore da ambra a rosso, di sapore non molto pronunciato, tessitura media, semi molto piccoli.

La maturazione dei frutti avviene a partire dai primi del mese di settembre e prosegue scalare fino ai primi del mese successivo.

CENNI STORICI
Il Fico Bianchelle è forse la varietà di fico ad Amelia più conosciuta e caratteristica, sebbene insieme a questa siano presenti da tempo molte altre varietà. La rinomanza di questa varietà è senza dubbio da ascrivere all’uso che in passato si soleva fare con i suoi frutti. Le Bianchelle erano infatti i principali fichi da essiccazione.

Una importante fonte storica al riguardo ne parla estesamente il Dr. Mancinelli Arturo, in un suo scritto del 1925, dal titolo “I Fichi e le Susine di Amelia”. Nel dare conto delle principali varietà di fico (e di susino) all’epoca coltivate, l’autore approfondisce gli aspetti tecnici della lavorazione e del confezionamento dei frutti.

I fichi di questa varietà erano posti ad asciugare su graticci realizzati intrecciando manualmente steli di Canna comune (Arundo donax L.), chiamati “camorcanne”. La maturazione tardiva del Fico Bianchelle (settembre) comportava spesso che il processo fosse accompagnato o del tutto sostituito con l’essiccazione «al forno comune da pane […] ad una temperatura da 40 a 50 gradi» (Mancinelli, 1925). Una volta terminata l’essiccazione iniziava il processo di confezionamento. A questo proposito Mancinelli distingue tra un confezionamento casalingo, operato dalle famiglie contadine per autoconsumo o per il mercato locale, ed un confezionamento industriale, per la vendita presso mercati cittadini, italiani ed esteri.

Nel primo caso la lavorazione artigianale portava alla realizzazione di “sertoni” e “mattonelle”. Questo il metodo per la preparazione dei sertoni: «10 fichi interi si infilzano in ramo di salice da vimine e formano la così detta palla o piccola corona; 100 di queste palle formano 4 sertoni o corone grandi. Il sertone viene confezionato con rami di vitalba pianta che si trova nelle siepi; ed il così detto centinaio di fichi cioè 4 sertoni pesa da 6 a 7 chilogrammi ciascuno».

Per la preparazione delle mattonelle si procedeva invece pressando i fichi, «preferibilmente mondati o sbucciati prima dell’essiccamento, e poi a suo tempo conditi con mandorle tostate, cioccolato, cannella e canditi», «fra le pareti orizzontali di un torchietto di legno o di ferro […] di forma rettangolare e del peso di circa grammi 150». Sul fronte della preparazione industriale, Mancinelli specifica che la fabbricazione della mattonella ricalca quella artigianale, salvo per il fatto che la forma è stata modificata «in modo da renderla meglio commerciabile e di maggiore effetto estetico». Il procedimento prevede comunque che i fichi, essiccati al sole e scelti, «vengono spaccati secondo il diametro longitudinale, conditi con mandorle tostate e cioccolato ed infine pressati sotto un torchio di ferro». All’epoca del suo scritto, Mancinelli riporta che le ditte che si occupano del confezionamento di «rotelle e mattonelle di fichi conditi» sono diverse, sebbene per importanza citi solo «la premiata Ditta A. Girotti e la Società prodotti alimentari di Amelia di Varazi e Del Pezzo».

Il Castori (La frutticoltura nell’Umbria, 1924) a sua volta riporta che «[…] le bianchelle hanno dato vita all’essiccamento nel territorio di Amelia».

ZONA TIPICA DI PRODUZIONE
Questa varietà era un tempo ampiamente diffusa e coltivata ad Amelia.

UTILIZZAZIONE GASTRONOMICA
Varietà da consumo fresco. Tradizionalmente era il fico più utilizzato per l’essiccazione e la produzione dei famosi fichi secchi di Amelia.


Testi tratti da “Schede Registro Regionale delle risorse genetiche autoctone della Regione Umbria”
biodiversita.umbria.parco3a.org/attivita/registro-regionale/elenco-delle-risorse-iscritte

Aziende che custodiscono questa risorsa