Fico Alvo

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Fico Alvo

Fico Alvo

Fico Alvo

Ficus carica L.

RISCHIO DI EROSIONE: Alto

DESCRIZIONE
Albero di vigoria medio alta con portamento aperto. La varietà è bifera, producendo fioroni e forniti. I fioroni sono grandi anche il doppio dei forniti, di forma ovoide e oblunga. Pesano in media 90 grammi. Uniformi con apice piatto. Hanno un ostiolo molto grande, privo di goccia e resistente alle spaccature, con scaglie grandi, biancastre, aderenti. Collo di media lunghezza e peduncolo corto e spesso di difficile abscissione dal ramo. Buccia di colore verde con linee longitudinali prominenti, gommosa, con lenticelle mediamente numerose, di colore verde traslucido. Grado di sbucciatura medio. Polpa di colore rosa chiaro, con tessitura grossolana, succosità scarsa e sapore neutro o lievemente dolce. Cavità del frutto piccola.

I forniti sono di forma ovoide in relazione alla posizione del massimo diametro e oblati in relazione al rapporto dimensionale (diametro/lunghezza). L’apice è piatto. Sono uniformi, di medie dimensioni (41,5 grammi). Il collo è assente. L’ostiolo risulta di ampiezza molto grande, presenta goccia di colore rosato, ha scaglie grandi, di colore rosato (diverso dal colore dell’epidermide) e aderenti; presenta inoltre spaccature. Il picciolo è corto e spesso e l’abscissione dal ramo risulta difficile. La buccia, di consistenza mediamente dura, è di colore giallo verdastro priva di sopraccolore. Le lenticelle sono mediamente numerose, di colore bianco e di medie dimensioni. Di facile sbucciatura, con linee longitudinali prominenti sulla superficie del frutto e spaccature longitudinali soprattutto nei frutti maturi. La polpa è di colore rosa, di sapore gradevole ma non molto pronunciato, tessitura media, leggermente succosa. La cavità interna del frutto è medio grande.

La maturazione dei fioroni avviene tra la fine di giugno ed i primi di luglio, mentre quella dei forniti a fine agosto.

CENNI STORICI
Non si conoscono le origini e la provenienza in ambito regionale di questa accessione.
Di questa varietà parlano diversi Autori dei quali si dà conto a seguire in ordine cronologico. È il Gallesio, dal punto di vista storico, che fornisce le informazioni più dettagliate sulla varietà grazie alla ricca e dettagliata scheda pomologica ed alla splendida tavola botanica. Il Gallesio attesta inoltre la presenza del Fico Albo anche in Umbria. In una nota del 30 settembre 1820 segnala infatti la presenza, tra gli altri, dei «fichi Albi (Albicelli)» quando attraversa la Valnerina da Marmore in direzione della città di Terni. Alla data del 27 settembre 1833 riporta la presenza nell’orvietano del fico «Boero: [che] è il fico Albo o Albicello dei Toscani». Sempre il Gallesio riporta inoltre una serie di citazioni e riferimenti ad altri Autori antichi che, a suo dire, hanno descritto o parlato della varietà: il Fico Albo sarebbe perciò secondo l’Autore genovese equivalente del Fico Albicerate di cui parlano Columella e Plinio; il Gentilium descritto dall’Aldrovandi; il Fico Bianchetta del Porta e, infine, il Fico Albo descritto dal Micheli.

Proprio quest’ultimo riferimento rimanda alla tavola pittorica dei “Fichi primaticci e fichi settembrini” che Bartolomeo Bimbi realizzò per la corte medicea e che «trova ampio riscontro nei cenni descrittivi stilati un secolo prima da A. Del Riccio e da P. A. Micheli […]» (Baldini E., 1982).

Della varietà, con riferimento al territorio amerino, parla anche Arturo Mancinelli in un suo scritto del 1925, intitolato “I Fichi e le Susine di Amelia”. Questo saggio è di particolare interesse in quanto fornisce precise indicazioni sulle principali varietà di fico e di susino all’epoca coltivate, non trascurando di dare preziosi ragguagli circa gli aspetti tecnici della lavorazione e del confezionamento dei frutti essiccati che all’epoca era attività ad Amelia particolarmente fiorente. Nello specifico queste le parole dell’Autore riferite al Fico Alvo, varietà che viene ascritta al quarto gruppo poiché di minore importanza per il limitato numero di piante presenti: «Maturano verso la metà di Agosto. Il nome Alvo probabilmente avrebbe dato origine alla contrada o mappa catastale che si chiama Alvo. Il frutto è piccolo; essiccato serve per le sertine ma è di qualità assai scadente in confronto del fico dottato. Fresco si mangia prima, nella stagione, del dottato. Questa varietà di fichi è la prima che si matura nella stagione della normale maturanza dei fichi comuni».

Attualmente la varietà continua a godere di una ridotta considerazione tra gli agricoltori, come testimonia anche un detto proverbiale. «Sei come il fico alvo» è una affermazione riferita a persona di poco conto, in relazione alla caratteristica della varietà di rovinarsi con poco, “come dopo una piovuta” (informatore: Fermina). Affermazione che trova riscontro anche nelle considerazioni che il Gallesio (Pomona Italiana) fa sulla varietà: «Le pioggie lo offendono, e lo rendono insipido […]».

ZONA TIPICA DI PRODUZIONE
Comune di Amelia, ma storicamente diffusa nel Centro Italia.

UTILIZZAZIONE GASTRONOMICA
Da consumo fresco e, secondariamente, anche per l’essiccazione.


Testi tratti da “Schede Registro Regionale delle risorse genetiche autoctone della Regione Umbria”
biodiversita.umbria.parco3a.org/attivita/registro-regionale/elenco-delle-risorse-iscritte