Comune di Lugnano in Teverina

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Lugnano sorge su di un colle roccioso, a Nord e a Nord-Est è protetto da una catena di monti costantemente verdi e facilmente accessibili. Dall’alto delle sue antiche mura si
scorge il Tevere, che lambisce le sue terre. Lungo la valle che da esso prende il nome si gode uno splendido panorama. Il territorio prevalentemente collinoso, si estende per circa 3000 ettari tra coltivazioni cerealicole, vigneti e oliveti dai quali viene prodotto olio extra-vergine di finissima qualità.

È un centro abitato che vanta una storia molto antica. Nel periodo romano è certamente uno dei centri preminenti del cosiddetto “agroamerino-romano” che si estendeva presumibilmente dalla Via Amerina fino a Guardea. Tutto ciò risulta documentato sia da scoperte archeologiche, i cui numerosi reperti sono conservati nel museo Civico Villa romana di Poggio Gramignano, che dalla letteratura latina (Plinio il Giovane).
Il suo nucleo ancora intatto e visibile sia nella architettura delle case e delle strette vie del borgo sia nei suoi monumenti è però quello medioevale. All’interno delle mura fa bella mostra di sé, aprendosi su Piazza Santa Maria, la Chiesa Collegiata uno dei più belli e significativi esempi iconografici ed architettonici dello stile romanico. Risalente ai primi del XII secolo fu costruita, secondo la tradizione, sul luogo di una precedente chiesa voluta da Desiderio re dei Longobardi. La facciata, decorata con rosone, è arricchita da un originale portico con costoloni poggiante su colonne (pronao aggiunto nel 1230), unico nel suo genere.
Sul fastigio centrale della facciata un’aquila che in precedenza veniva identificata con l’araldica di Innocenzo III promotore della costruzione. In realtà, l’aquila racchiude tra gli artigli l’agnello immolato ed è caratteristica in tutte le chiese dedicate a Maria.
L’interno è a tre navate con volta a botte, mentre le laterali sono coperte da volte a
crociera, è scandito da colonne e capitelli decorati con motivi tipici dell’arte romanica, pavimento in stile cosmatesco e presenta un presbiterio fortemente rialzato sulla cripta.
Dai primitivi amboni forse provengono anche le pregevoli lastre raffiguranti S. Giorgio che
uccide il drago e la Visitazione. Nell’abside si trova un bel trittico di Nicolò di Liberatore detto l’Alunno (Foligno 1425-1502). A destra dell’altare lo splendido organo settecentesco costruito da Giovanni Corrado da Verlè nel 1756 recentemente restaurato. Sotto il presbiterio una piccola cripta coperta da lastre di travertino che poggiano su eleganti colonnine con capitelli a foglie variate, dove è conservato un interessante Crocefisso in alabastro del XV secolo.

Molte altre sono le attrattive storiche, paesaggistiche e ambientali del territorio di Lugnano.

Nel 2014 si è aggiunta quella che per l’Amministrazione ed i Lugnanesi è diventato un vanto: la Collezione Mondiale di Olivi Olea Mundi, che raccoglie una vasta raccolta di germoplasma olivicolo proveniente dalle principali aree del Mediterraneo e da quelle oltreoceano di più recente introduzione della coltura.
La Collezione fu creata dal Prof. Fontanazza nel corso della sua attività pluridecennale di studio e raccolta delle cultivar di olivo presso il CNR-ISAFoM e caratterizzata con il contributo scientifico del CNR-IBBR.

La Collezione di Lugnano deve la sua origine da quella pressoché gemella di Pergusa in Provincia di Enna. Da questa sono infatti state prelevate le prime 300 accessioni che hanno costituito il nucleo centrale della Collezione che in questi ultimi anni si è andata ingrandendo con l’inserimento di circa 70 nuove accessioni provenienti dal recupero di germoplasma umbro grazie al lavoro del CNR-IBBR.

Con i fondi del PSR per l’Umbria, il coordinamento delle attività da parte di 3A-PTA e Regione Umbria, la concessione dei terreni da parte dell’Università Agraria di Lugnano (Comunanza Agraria) è stato così possibile realizzare questo importante conservatorio della Biodiversità olivicola. Esso ha sede in località Felceti, vicino al sito della Villa romana di Poggio Gramignano, creando così un connubio di storia umana e agraria unico nel suo genere e di cui la Comunità locale è profondamente orgogliosa.